Tra i molti episodi strani che hanno caratterizzato le indagini sull'omicidio di Simonetta Cesaroni ce n'è uno decisamente inquietante.
Nel dicembre del 1990 qualcuno depone sulla tomba di Simonetta, a Genzano, una composizione pregiata, quindi costosa, di 19 rose rosse. La famiglia chiede ad amici di Simonetta e a parenti, ma nessuno rivendica il gesto. Lucio Molinaro ne informa quindi il magistrato richiedendo di predisporre appostamenti. Catalani è scettico sull'episodio e prende tempo. La deposizione di fiori si ripete, sempre lo stesso giorno (il primo martedì del mese), nel febbraio del 1991: composizione identica con le solite 19 rose rosse. Questa volta Pietro Catalani acconsente a far predisporre un appostamento.
La fioraia era stata individuata dall’avvocato Lucio Molinaro. Riferirà al magistrato che il mazzo le era stato richiesto e pagato da due ragazze.
La Polizia non riesce però ad identificarle.
L’appostamento fallisce a causa di una fuga di notizie. Dopo due giorni di appostamenti un quotidiano in cerca di scoop pubblica un articolo sul misterioso visitatore della tomba e la possibilità di coglierlo sul fatto svanisce.
Nella foto una pagina del libro I segreti di Via Poma di Andrea Tornielli che contiene una intervista all'avvocato Lucio Molinaro. Ho riportato solo la domanda e la relativa relativa all'episodio delle 19 rose.